Oggi inauguriamo la rubrica Storia dell’Ordine e lo facciamo proponendo l’esito di una ricerca negli archivi di Parigi che restituisce la nascita a Fort de France nel 1929 di una loggia massonica particolare: “L’Emancipazione femminile” n.611.
La particolarità non sta tanto nel nome – seppure manifestasse chiaramente la vocazione egualitaria del Droit Humain – quanto il fatto di essere stata fondata da soli uomini. Come vedremo più avanti c’è una ragione precisa e va pur detto che poco tempo dopo l’accensione dei fuochi di questa Loggia le donne vi presero parte e, come sempre e in ogni ambito, fecero la differenza.
LA MASSONERIA MASCHILE E L’EMANCIPAZIONE DELLE DONNE
Tutto inizia il 7 marzo 1927, quando il Venerabile Maestro della loggia “Diritto e Giustizia” appartenente a un’altra grande Obbedienza, Fr. Lalung invia una lettera “al Venerabile del Droit Humain a Parigi”. Espone il suo progetto di creare una Loggia mista dichiarandosi decisamente femminista e sostenitore dell’opera di alto respiro filosofico, morale e sociale delle donne. Presumibilmente la corrispondenza tra i due va avanti per diversi mesi. In un documento datato 16 gennaio 1928, questo Fratello si felicita dell’accoglienza favorevole riscontrata presso le autorità del Droit Humain: ha ricevuto una risposta del Fr. Marius Desbordes. Il 18 febbraio 1928 quest’ultimo precisa che invierà i documenti necessari per qualsiasi richiesta di apertura di una Loggia.
Sul posto, il Fr. Lalung Bonnaire si incarica di portare avanti quella che chiama propaganda.
L’EMANCIPAZIONE FEMMINILE TRA STATO LAICO E MASSONERIA
Si trattava di pubblicizzare in modo manifesto una fede in un ideale profondamente laico riconoscendo la magnanimità del vero sentimento religioso. Il rapporto espone il problema dei rapporti con la Chiesa locale che cercava di far rispettare a modo suo la legge francese del 1905 sulla separazione tra Chiese e Stato. I fondatori dichiarano di aver provveduto a diffondere la conoscenza della Massoneria e del Droit Humain organizzando conferenze pubbliche. Sono degni di nota gli interventi della Sorella Olympe Claude e del Fratello Joseph Saint Cyr.
È solo il 26 gennaio 1929 che presso il Tempio della loro Obbedienza d’origine si tiene una Tornata che riunisce i futuri membri fondatori, tre dei quali sono già del Droit Humain: Joseph Lalung Bonnaire – non è dato sapere a quale Loggia appartenesse; Paul Ernest de Montaigne (ingegnere e importante fisico e matematico del tempo), membro della Loggia n. 40 di Parigi; Paul Lapierre, in sonno dalla Loggia 202 ad Antananarivo ma membro attivo della loggia n.1 di Parigi.
Due di loro sono in possesso del 18 ° grado, tre hanno raggiunto il 30 ° e uno il 31 °, appunto Paul Ernest de Montaigne che verrà eletto come Venerabile Maestro. Alcuni sono già “vecchi iniziati”, i due più giovani lo sono da 7 e 8 anni.
Nello stesso momento in cui viene messa insieme la documentazione per l’adesione al Droit Humain, viene avviata la pratica nella loro Obbedienza. Il 18 giugno 1929 questa dà il suo nulla osta per l’affiliazione al Droit Humain dei Fratelli che non ne erano ancora membri. Il 18 luglio, il Fratello de Montaigne esprime la sua gioia per l’incarico che gli è stato affidato di installare l’Officina. Lo stesso giorno scrive agli Alti Gradi del Droit Humain a Parigi: Non conoscendo i nomi dei Fratelli della nostra nuova Federazione, vi diamo pieni poteri per designare il nostro delegato a nostro nome.
NASCE LA LOGGIA MASSONICA “L’EMANCIPAZIONE FEMMINILE” n. 611
Il 14 agosto 1929 viene inviata a Fort de France la Carta costitutiva. Ad assistere il Venerabile de Montaigne troviamo i Fratelli Georges Joseph-Henri ed Emmanuel Content come Sorveglianti, mentre l’Oratore sarà il Fratello Robert Armande Lapierre.
Abbiamo tre fasi di ingresso dei membri: nel gennaio 1929, nel gennaio 1930 e nel luglio dello stesso anno. Ci mostrano in primo luogo la composizione sociologica dell’Officina: sono insegnanti, commercianti, contabili, dipendenti delle imposte e due ingegneri dei lavori pubblici. C’è poi un capitano di cabotaggio, un cassiere di banca, un orologiaio, un industriale. Al 31 luglio 1930, il rapporto sui membri conta 22 Fratelli. Durante questo anno ci sono cinque iniziazioni e un’affiliazione. Tre donne si uniscono da lì a poco (visto il nome della Loggia è facile immaginare l’entusiasmo che devono aver provato), poi vengono iniziati due uomini e affiliato un terzo.
Abbiamo potuto consultare due rapporti di attività per gli anni 1930-1931 e 1931-1932, che ci danno una rapida panoramica degli inizi della Loggia 611 a Fort de France. Nel 1930-1931 c’è un aumento debole dei suoi membri e dovremo attendere un anno perché si intensifichi. Il rapporto insiste sul lavoro svolto per mantenere nel cuore massonico questa fiaccola di gloria che pone lo spirito umano al di sopra delle contingenze e della povertà della vita umana.
Questo porta “L’emancipazione femminile” a insistere sull’imperativa necessità di un’intesa tra le Obbedienze, che nel resoconto del 1931-1932, sembra essere stata ottenuta. Viene sottolineato l’accordo con le Logge “Diritto e Giustizia” e “I Discepoli di Pitagora” di un’ulteriore grande Obbedienza. Le tre Officine istituirono così un comitato di inter-Logge ideato da “L’emancipazione femminile”. Effettivamente questa Loggia lavorò con forza e costanza per affermare l’unità massonica.
LA MASSONERIA MASCHILE E LA NECESSITÀ DI APRIRSI ALLE DONNE
Una Loggia mista creata da uomini senza una sola donna, può sembrare una cosa incongruente; ma è davvero così sorprendente? No, perché in talune Obbedienze erano (e sono) necessari dei Liberi Muratori uomini per aprire la porta e la via all’iniziazione. A parte il Droit Humain, che era nato nel 1893 su impulso di Maria Deraismes e Georges Martin proprio per permettere alle donne di entrare in Massoneria, nelle altre Obbedienze solo gli uomini avevano avuto l’esclusività dell’iniziazione.
Così questi Fratelli, animati da uno spirito egualitario autentico e diciamo pure da un’apertura di vedute quanto meno non suggerita dalle abitudini della loro prima Obbedienza, dovettero ricorrere al Droit Humain per esercitare un’azione sociale mossa da quel sentimento e quell’apertura mentale. Più che aprire alle donne le porte del Tempio dunque, è corretto dire che manifestarono la necessità di aprirsi alle donne e di lavorare con loro. È la prova che anche nelle logge maschili c’era chi aveva compreso l’importanza che l’iniziazione delle donne aveva per la società e nell’ambiente familiare.
La Loggia 611 sopravvisse e progredì in un ambiente coloniale dove stavano nascendo diverse istanze che andavano oltre il solo argomento della presenza delle donne. Queste, dal canto loro, furono utili nelle lotte coloniali e la loro voce seppe essere forte.