A seguito della videoconferenza “Massoneria e Diritti dell’Uomo, in difesa della libertà di espressione di ogni persona” svoltasi il 28 novembre, proponiamo la lettura di questa sintesi di uno dei temi trattati, ovvero le trappole e le insidie che si nascondono nell’uso inconsapevole della tecnologia, ma anche le soluzioni che la Massoneria può produrre con i suoi strumenti che sono a un tempo sia tradizionali che di ricerca.

DIRITTO E DOVERE PER LA MASSONERIA DEL DROIT HUMAIN 

La Massoneria da sempre si ispira al trinomio Libertà – Uguaglianza – Fratellanza, consapevole che si tratta di valori che si esaltano e integrano tra loro. Nel nostro Ordine massonico questi concetti si coniugano con il valore del Diritto Umano. Non si tratta di un’aggiunta ai tre precedenti, ma è insito nel concetto di libertà come inteso dal Massone. La libertà non è concepita nella visione del “fai quello che credi”, ma coniugata ai concetti di uguaglianza e fratellanza è piuttosto il dovere di compiere quello che vorresti fosse fatto a te stesso. Il Diritto e il Dovere costituiscono un sigillo per il Droit Humain. I loro significati si incrociano migliorandosi a vicenda poiché le virtù del primo possono essere trasferite al secondo. Dipendentemente del periodo storico e del luogo geografico possono anche riversarsi completamente l’uno nell’altro.

Loggia massonica Human Duty n.6 Le Droit Humain

Londra, 26 settembre 1902. I Fondatori della R. Loggia “The Human Duty” n.6 nel giorno dell’accensione del Fuochi. Al centro è Annie Besant.

Per esempio quando in Francia è nato il DROIT HUMAIN (Il Diritto Umano) il valore più importante da sostenere era il diritto delle donne ad essere considerate al pari degli uomini. Certo si tratta di un diritto civile, ma che è «conditio sine qua non» per la libertà di tutti gli esseri umani a prescindere dal genere. Maria Deraismes  e Giorges Martin ne erano consapevoli e promotori, e lo era l’alto Grado del nostro Ordine la Sorella Annie Besant, che non a caso nel 1902 fonda la prima loggia del Droit Humain in territorio inglese col titolo d’istintivo Human Duty (il Dovere Umano), intendendo con ciò il dovere di realizzare la parità di genere.

UN ESEMPIO DI DIRITTO-DOVERE NELL’OPERA DI UN ILLUSTRE MASSONE DEL DROIT HUMAIN 

massoni celebri Janusz Korczak

Janusz Korczak

Quarant’anni dopo, Janusz Korczak, medico polacco anche lui appartenente a LE DROIT HUMAIN, fu tra gli autori maggiori a rivendicare i diritti dell’infanzia. Nel 1929 pubblicò un libro destinato a fare da base ancora oggi per gli studi di pedagogia dal titolo Il diritto del bambino al rispetto. Pochi anni dopo pagò con la vita a Treblinka la sua attenzione per i bambini sfortunati per i quali aveva costruito un orfanotrofio.

Ogni epoca ha le sue battaglie per i diritti e non c’è mai nulla di acquisito, ecco perché è necessario non abbassare la guardia e vigilare con costanza. La tutela delle libertà è sempre in gioco e sempre in pericolo. Appena ieri abbiamo pubblicato un post in cui  denunciamo le nuove forme di schiavitù nel mercato del lavoro.

Immigrazione, mercato del lavoro, terrorismo, pandemia e finanza sono le questioni attuali con cui i diritti si scontrano continuamente. Ma la tutela dei diritti non si ferma all’attualità, va vista anche in prospettiva. Oggi anche la tecnologia rappresenta potenzialmente una trappola per alcuni diritti fondamentali.

Il primo ad essere messo in discussione già oggi è il diritto alla privacy nell’uso dell’informatica. Non ci riferiamo tanto alle contestate applicazioni di tracciamento come Immuni, o delle app relative al cashback come IO, oggi di grande successo per il danaro promesso, ma del mercato – di cui pochi cittadini si rendono conto veramente – dei dati personali, delle preferenze commerciali e delle opinioni politiche. Ogni persona che navighi su un motore di ricerca come Google, che utilizzi Facebook o Instagram o Twitter è coinvolta.

IL PIÙ UMANO DEI DIRITTI: ACCEDERE ALLA VERITÀ

I più attenti ricorderanno lo scandalo di Cambridge Analityca che gestiva questi dati per influenzare le campagne elettorali. Oltre al diritto di avere i nostri dati personali tutelati e non utilizzati a nostra insaputa, c’è un altro diritto di cui insidiosamente, subdolamente molti di noi sono privati: il diritto ad accedere alla verità. Sembra paradossale nell’epoca di internet, quella che è stata denominata epoca del «free market of ideas», e invece è così.

Gli algoritmi creati dalle grandi compagnie che gestiscono le piattaforme internet al fine di utilizzare i dati da noi forniti sulla nostra navigazione, ci creano una realtà virtuale su misura nella quale possiamo imbatterci e lèggere solo ciò che conferma quello che già pensiamo. Semplicemente, l’algoritmo non ci mostra le informazioni e le fonti che ritiene siano per noi fastidiose o contraddittorie; appaiono sullo schermo solo le informazioni che abbiamo mostrato di preferire con i nostri click (ne parliamo nella playlist dei video tratti dalla videoconferenza)

LE POST-VERITÀ, QUANDO CIOÈ LA RICERCA DELLA VERITÀ PASSA IN SECONDO PIANO 

Questo meccanismo, la mancanza a monte di un criterio di classificazione della qualità delle informazioni (nessuno può conoscere tutto e tutte le notizie ci appaiono indistintamente “vere”) nonché i meccanismi psicologici che rafforzano una notizia quanto più viene ripetuta, impediscono sempre più alla maggioranza degli utenti social di avere accesso alla verità. Le persone cadono in un automatismo che loro stesse contribuiscono ad alimentare, isolate come sono in fittizie post-verità, che trovano conferma non nella realtà vera ma nella rete.

Scie chimiche, terrapiattismo, negazionismo, complottismo, sono le maschere più comuni della post verità che sostanzialmente è la negazione del diritto fondamentale ad avere accesso ad informazioni verificate. Curioso come questo diritto confligga con un altro diritto, anch’esso fondamentale, di poter dire la nostra opinione qualunque essa sia. Questo diritto non crea disturbo ad alcuno se esercitato al bar con gli amici o in parrocchia ma viene percepito come pericolosissimo (e una minaccia chi lo esercita) se si cerca di applicarlo in un post su facebook. Se poi lo stesso post è stato condiviso innumerevoli volte, si ammanta di una forma di autorialità e di credibilità infondate come i dati che ha la pretesa di diffondere, e antidemocratico appare colui o colei che prova a metterne in discussione il contenuto spesso con dati alla mano. E da autoriale posticcio ad autoritario il passo è breve. Cosa c’è di democratico in questo comportamento? E quale libertà in chi vi si assoggetta?

DIRITTO E TECNOLOGIA CONSAPEVOLE – NECESSITÀ DI UNA NUOVA DIREZIONE 

Elon Musk

Elon Musk, 2018

Studiosi e menti illuminate denunciano il problema, ma sono voci isolate. Solo qualche giorno fa Elon Musk, il visionario fondatore di Tesla ha parlato del problema ed invocato la creazione di autorità di vigilanza per l’operato delle Intelligenze Artificiali.
Abbiamo recentemente assistito a tentativi di governance delle fake news in occasione della campagna elettorale negli USA, ma è opinabile che siano solo le piattaforme Internet ad essere investite del ruolo di “arbitri della verità”.

Come bilanciare allora la privacy delle persone con la tutela della loro sicurezza? Come distinguere cosa è vero da cosa è invece una deliberata distorsione manipolatrice? E una volta individuata, come arginarla? Come combattere la disinformazione?

L’EUROPA E LA MASSONERIA PER UNA TECNOLOGIA DEL DIRITTO

L’Europa ha un grande ruolo da giocare nella definizione di quadri normativi e regolamentari. Anche la Massoneria ha il dovere di intervenire per la loro definizione e per garantire il diritto fondamentale alla libertà di espressione, proteggendo la libertà di chi non è ascoltato e ha meno strumenti per distinguere la veridicità delle informazioni, preservando nello stesso tempo l’apertura della Rete.

Una cosa che possiamo fare tutti, invece, è comprendere la grande utilità dei linguaggi simbolici – di cui la Massoneria è il più alto nume tutelare. Essi rappresentano il controbilanciamento ai significati letterali della realtà poiché possiedono la profondità necessaria per uno spostamento dell’intelligenza, per un viaggio della mente, per un esercizio del discernimento e dell’interpretazione di cui, per quanto abbiamo detto, c’è un bisogno smisurato oggi più che mai.

La Massoneria inoltre ha un ruolo altamente educativo, allena al rispetto della pluralità di opinioni e sviluppa la capacità di ascolto nella comprensione trasformando anche il silenzio in un’esperienza attiva, per questo iniziatica. In questo modo favorisce la capacità critica e la riflessione autocritica permettendo la formazione di un cittadino responsabile e consapevole in possesso degli strumenti per poter meglio maneggiare tutte le fonti di informazioni.