A un anno dall’inizio della pandemia la Federazione italiana dell’Ordine massonico misto internazionale Le Droit Humain riflette sul bisogno di sicurezza insito nell’essere umano, ma anche sulla necessità che abbiamo di ripensarlo alla luce dell’esperienza raccolta intorno alla Covid19. La Massoneria fornisce un metodo valido per trasformare le difficoltà in opportunità. Persino la temibile sfera dell’incertezza si apre ai nostri occhi quale spazio e tempo vivibili. Il cigno nero, metafora dell’evento imprevisto e dirompente, può essere ricondotto nella tassonomia razionale del ricercatore consapevole.
Il ritmo dell’esistenza talora scorre lento, ci permette di cullarci nell’illusione di poter conoscere il suo cammino, prevedere la sua direzione. È naturale per ogni essere umano cercare di risparmiare energie adoperandosi per prevedere il domani. È così da sempre. Soprattutto nel passato dove i ritmi scorrevano più lenti il cambiamento si nascondeva nella routine quotidiana. Ma sempre può capitare un evento imprevisto che cambi ogni cosa. Coglie impreparati gli uomini con le loro previsioni, li sconcerta perché incapaci di comprenderlo a causa della pigrizia a cui si sono abbandonati nella presunzione della prevedibilità.
Tutti pensavano che i cigni fossero bianchi. Era certo! Non se n’erano mai visti se non di quel bianco candore che li fa assomigliare ad angeli. Il poeta latino Giovenale disse di un uomo dalle rare qualità: “rara avis in terris nigroque simillima cygno.” (uccello raro sulla terra, quasi come un cigno nero). Il cigno nero non esiste.
Eppure l’inaspettato, il non previsto può irrompere. Un’osservazione fortuita, in Australia, individuò quello che poi fu chiamato Cygnus Atratus, il cigno nero ritenuto impossibile. Ci si domandò: come mai pensavamo dovessero essere per forza tutti bianchi? C’era una qualche ragione biologica? No, era assolutamente prevedibile, non si poteva certo negare questa possibilità evolutiva. Semplicemente lo ignoravamo e lo escludevamo per certo perché mancava un’osservazione diretta.
È così che avviene di tanto in tanto. Eventi inaspettati creano enormi danni soprattutto perché inaspettati, non davvero imprevedibili, solo poco probabili. Esiste una incertezza intrinseca nelle cose che la mente riesce ad accettare solo con grande difficoltà. Finché l’evento inaspettato è di piccola portata abbiamo il tempo di reagire e apportare una soluzione; se è di portata maggiore può accadere che il nostro tempo di risposta non sia sufficiente.
Tutto sommato (per quel che sappiamo finora) il Covid19 con i suoi 2,6 milioni di morti che probabilmente arriveranno a 4-6 è stato un evento imprevisto grave ma relativamente clemente. Non è certo un virus dei peggiori, abbiamo buone speranze di riprenderci. Ma se non fosse stato così?
Il mondo di oggi ha ritmi ben diversi dal passato. Globalizzazione e tecnologia hanno cambiato la velocità di diffusione e l’impatto di ogni “cigno nero”, come questo, crea danni notevoli.
Come potrà l’Uomo imparare una lezione?
In realtà il problema dell’epidemia non è tanto la virulenza del Covid19, ma la velocità della propagazione, tenuti conto la sovrappopolazione globale, la sua eterogenea distribuzione nei territori, i trasporti di persone e merci, il rapporto con l’ambiente naturale e le sue reazioni alle attività umane, insomma una serie di fattori che devono essere visti nella maniera corretta e che se fossero stati considerati e affrontati avrebbero potuto aiutarci a capire le potenzialità di pericolo della diffusione pandemica di un nuovo virus anche se solo relativamente letale. Dopotutto ogni anno conviviamo con le pandemie influenzali.
Però questa volta non è stato così. La pandemia ha mostrato che la non corretta interpretazione dei numeri sugli asintomatici, le terapie intensive, etc, può portare a prendere decisioni sbagliate. Fatichiamo a trovare una via di uscita, ma forse una lezione si può trarre e non solo per gli aspetti sanitari.
LA SICUREZZA NON È UN RIFUGIO, L’INCERTEZZA NON È IL PROBLEMA
Forse è necessaria per tutti, cittadini, decisori politici e attori economici, una maggiore abitudine all’incertezza, un diverso approccio alle cose che non eviti di guardare dove non si vorrebbe vedere con la scusa del “non è mai successo prima”. Il bisogno di sicurezza è reale e naturale per l’essere umano, ma deve poterlo ripensare come una questione in sé e non utilizzarlo come rifugio dai problemi del mondo in cui vive, un mondo in cui gli eventi scorrono così velocemente. È come cercare riparo sotto un tetto che deve essere ristrutturato.
Nassim Nicholas Taleb, economista, matematico e filosofo che affrontò il problema con il celebre libro Il cigno nero oggi si spinge ben oltre, sostenendo che «l’incertezza stessa deve diventare un nuovo metodo scientifico per poter comprendere la società».
È più che un monito per la scienza; è un concetto che se non entra nella vita comune, nella amministrazione della cosa pubblica, nella stessa vita dei cittadini non ci permetterà di affrontare nella maniera adeguata il prossimo “cigno nero” che magari avrà caratteristiche ben più pericolose di quello attuale. Dovremmo guardare alle cose sotto un aspetto più globale, complessivo. Il quadro generale fornirà più risposte all’incertezza, ci permetterà di prepararci meglio nelle risposte a ciò che non è facile prevedere.
TRASFORMARE LE DIFFICOLTÀ IN OPPORTUNITÀ È POSSIBILE CON LA MASSONERIA
Dobbiamo cercare di abituarci a fare i conti con l’incertezza della vita. Chi nell’incertezza non si limita a reagire ma comprende i nuovi aspetti della natura sua e del mondo circostante può adottare strategie per avere il controllo della situazione. Anche quando ciò richiede di affrontare argomenti spinosi. Per fare un esempio: stiamo considerando nella giusta maniera il problema del cambiamento climatico? Ci sono cigni neri all’orizzonte che poi solo una volta entrati nel nostro campo visibile giudicheremo ampiamente prevedibili?
Abituarsi all’incertezza non è facile, se non si ha una base sicura si rischia di perdere la direzione. Ecco dunque la necessità di avere dei punti cardinali ben saldi per l’Uomo e il progresso umano. La Massoneria può dare il suo contributo. Non solo nella creazione di una umanità più consapevole, ma anche di una società più resiliente di fronte al cambiamento.
Il contributo che può dare la Massoneria è in primo luogo a livello generale, per quanto riguarda il progresso della società, come sostiene l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Verónica Michelle Bachelet Jeria ex Presidente del Cile quando, poche settimane fa, parlando delle difficoltà che tutti stiamo vivendo da quasi un anno a causa della pandemia, ha sottolineato l’importanza dei diritti umani con queste parole: «Se lavoriamo insieme, possiamo ricostruire le società in modo da poter difendere i diritti umani e le libertà», aggiungendo che «abbiamo bisogno di principi massonici, come la solidarietà e la fraternità, per unirci come una sola umanità, perché è quello che siamo».
LA RESILIENZA DEL MASSONE
Il secondo livello su cui si può contribuire è quello personale, l’Opera di costruzione del Tempio interiore deve essere orientata ad una visione corretta, consapevole del cambiamento. La resilienza per il Massone non è solo accettazione, ma anche consapevolezza della direzione da prendere per dare vita a una nuova rotta, cioè una via che utile agli altri in mare aperto. La direzione morale è indicata dal trinomio ispiratore Libertà, Uguaglianza e Fratellanza, che permette di non farsi trascinare nella deriva di valori che accompagna il mondo che frana.
Resilienza è quel comportamento che i Massoni mettono in atto per trasformare le “difficoltà” in “opportunità”. Per farlo occorre sviluppare la capacità di comprendere quando una qualcosa è finita, ha esaurito la sua energia – vitale o distruttiva che sia; comprendere in tempo reale che è possibile rinascere ancora, e sentirsi pronti per salire un altro gradino verso la vera sicurezza, che è padronanza di sé e dei propri mezzi perché c’è un domani nuovo da scrivere con il quale ci dobbiamo confrontare: Quello che deve succedere, dal punto di vista evolutivo, succederà, io non starò a guardare ed agirò per oltrepassare l’onda che arriva.
IL METODO MASSONICO NEUTRALIZZA L’ANSIA NELL’INDIVIDUO E IL PANICO NELLA SOCIETÀ
Il metodo di lavoro per il perfezionamento personale del Massone costituisce una valida strumentazione per diminuire il livello di ansia per ciò che non conosciamo e dunque il panico sociale che nasce dalla somma degli stati d’animo degli individui. Margaret Mead, antropologa statunitense del secolo scorso scrisse: “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi e impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta.
Da qualche parte bisogna cominciare e la Massoneria che più volte in passato è stata ispiratrice delle più importanti conquiste della società, deve fare la sua parte.