In questi ultimi mesi la Federazione italiana dell’O.M.M.I. LE DROIT HUMAIN ha lavorato molto sull’ambiente e la natura, osservandoli nella prospettiva del lavoro che le compete, adoperando i propri strumenti. Abbiamo pubblicato un primo documento ad aprile sul cambiamento climatico, a maggio un’appendice sull’intelligenza artificiale per la sostenibilità, il 5 giugno abbiamo lanciato una videoconferenza trasmessa in streaming sul nostro canale YouTube, e proprio da questo incontro è sorta una riflessione su Massoneria ed etica del costruire che oggi proponiamo in lettura. Lungi da noi volere moltiplicare facili allarmismi, infatti, il nostro interesse per questo problema reale è finalizzato a comprendere come essere noi per primi cittadini e cittadine migliori e come continuare ad essere costruttivi, in qualità di Massoni, nelle analisi e nella progettazione del presente e del futuro, ben consapevoli della necessità di un confronto allargato.
MASSONERIA ED ETICA DEL COSTRUIRE
“Lo scopo dell’Architettura è commuovere. L’emozione architettonica si verifica quando l’opera risuona dentro di noi in armonia con un Universo alle cui leggi tributiamo obbedienza, fede, rispetto.”
Le Corbusier
Prometeo fece importantissimi doni agli Uomini, sottraendoli agli Dei: regalò loro non solo il Fuoco, ma anche la Scrittura, la Medicina e con esse l’Architettura. All’Architettura è sempre stato conferito un grande valore sacrale: la creazione del Mondo stessa discende dal compasso della mano divina del Grande Architetto dell’Universo che dispose l’Ordine, la perfezione della Geometria e del numero, superando il Caos (testimoniato infinite volte nelle raffigurazioni che vanno dal Medioevo a quella celebre di William Blake). L’Architettura quindi, rubata agli Dei, diviene sin dai tempi più remoti, la celebrazione dell’unione perfetta tra l’Uomo, l’Ambiente, il Cosmo e le sue Energie, linguaggio eterno per celebrare ed imparare ad ascoltare il ritmo e il suono della Natura.
Noi Massoni dell’Ordine LE DROIT HUMAIN lavoriamo attraverso quell’antico linguaggio dell’architettura che Giulio Carlo Argan amava definire arte edificante per eccellenza, ponendo l’accento sul valore etico del costruire, base di tutti i nostri linguaggi massonici, permeati non a caso dei simboli dell’Ars Regia.
L’interessante concetto per il quale l’architettura è una disciplina che molto si avvicina alla medicina si ritrova, oltre che nel Mito di Prometeo, che la rubò proprio insieme ad essa, anche nella Repubblica di Platone.
In quest’opera lo spazio abitato e le città sono descritti in analogia ad un pascolo, sono luoghi di crescita, che influiscono non poco sullo stato di benessere di chi lo abita. Tali luoghi condizionano le azioni quotidiane e hanno il grande potere di alimentare la salute, pertanto devono essere organizzati e costruiti in modo da divenire spazi accoglienti, nutrienti, sani. Platone a tale scopo dichiara che si dovranno anche educare e controllare i costruttori e gli architetti, affinché nel pascolo non crescano erbe velenose, cattive, con la conseguenza di intossicare la cittadinanza, di farla ammalare e deprimerla invece che farla crescere robusta e sana.
Il messaggio straordinario di Platone di più di duemila anni fa, ma che resta sempre attualissimo, era che per raggiungere la salute della città, quale luogo abitato e di relazioni, occorre regolare e sorvegliare le discipline che organizzano fisicamente il territorio e lo spazio di vita, che sono un bene comune, la cui cura deve essere obiettivo principale delle attività dedite alla progettazione e alla costruzione.
Platone tocca quindi due punti importanti che sono alla base del tema dell’abitare: l’architettura come terapia dello spazio, e l’idea di architettura come dispositivo sociale, capace di innescare benessere in maniera determinante sull’Uomo.
Un primigenio concetto di approccio etico ed ecologico dell’architettura che deve diventare sostenibile nel pieno rispetto di Madre Terra. La cura propria dell’ecologia è la cura meticolosa del luogo in cui si vive, della propria casa, dei delicati equilibri che la regolano, non a caso la parola ecologia deriva dal greco oikos che significa casa.
Oggi sappiamo bene che si è perso totalmente questo approccio etico ed esiste uno scollamento tra architettura e Natura: l’uomo, come è abbondantemente noto, sta modificando con velocità preoccupante gli equilibri della Terra.
La nostra epoca, come la ha definita il Nobel per la chimica Paul Crutzen, viene ribattezzata come Antropocene, l’era caratterizzata dall’azione umana: l’Uomo infatti ha il grande potere di trasformare la Natura, lasciando tracce geologiche permanenti.
L’edilizia rappresenta ancora oggi una delle attività più invasive dal punto di vista dell’uso di risorse (per lo più non rinnovabili) e dell’impatto ambientale che ne consegue. La necessità di rendere la pratica architettonica sostenibile si legge nei dati italiani ed europei (ma si potrebbe dire anche mondiali), secondo cui gli edifici sono responsabili di oltre il 30-40% dell’emissione totale di CO2ed oltre un terzo dell’energia prodotta viene speso per riscaldare, raffreddare ed illuminare gli ambienti. Da ciò emerge chiara la necessità di una maggiore considerazione dell’aspetto energetico dell’architettura e le recenti iniziative italiane quali il super-ecobonus, sono volte a incentivare le buone pratiche del costruire e del riuso dell’edilizia esistente.
Il tema della sostenibilità resta sempre di grande attualità e dovrebbe essere centrale, come insegnava Platone, ad un corretto approccio progettuale che si deve interrogare sulla capacità o meno dell’ambiente di sostenere nel tempo, senza grossi danni, i cambiamenti e gli artifici dovuti all’uomo. L’architettura, in quanto disciplina che ha come fine proprio la modifica dello spazio e dell’ambiente per renderli più vicini ai bisogni dell’uomo, può e deve, a questo proposito, fare molto per migliorare il suo impatto ed essere così maggiormente sostenibile: ogni fabbricato dovrebbe essere pensato come un albero, cioè in grado di essere autosufficiente e totalmente integrato con il territorio circostante; produrre la propria energia a partire dal sole, riutilizzare l’acqua piovana, rimettere in circolo i propri scarti, con un impatto zero o se possibile, addirittura positivo sull’ambiente (producendo più energia di quanto se ne consumi).
La bioarchitettura pone pertanto al centro del costruire il concetto di Vita: è una rivoluzione etica del costruire, cui non ci si può più esimere, occorre riportare la Natura e l’Uomo al centro della progettazione, in una pacifica convivenza, senza più alcun sfruttamento del territorio cui dobbiamo tributare sempre rispetto.
“If you don’t know where you are, you don’t know who you are”
Wendell Berry.
La sfida di noi Massoni in questa particolare epoca storica, se veramente vogliamo conoscere noi stessi, è quella di conoscere e conseguentemente difendere il luogo in cui ci troviamo, essere promotori simbolicamente e non solo, di quella architettura che divenga opera d’arte che sappia parlare all’anima dell’Uomo e sappia commuovere, per dirla alla Le Corbusier, portandolo in comunicazione armonica con la Natura in un perfetto equilibrio: una relazione pacifica, finalmente, tra gli esseri umani, le strutture abitative e l’ambiente.
Chi siamo – i nostri Fondatori – Domande sulla Massoneria – Podcast: la voce dei Massoni.
Massoni celebri del nostro Ordine – Caratteristiche del nostro Ordine – Le Droit Humain su Wikipedia