contro le armi

Notizia ANSA sulla strage in Texas del 25 maggio 2022

Basterebbe questo titolo per rendere l’idea di quanto sia ormai completamente vuota la pretesa di dare all’individuo il diritto di portare un’arma automatica d’assalto, per altro in una società che si ritiene libera, che afferma di vivere la terra delle opportunità, del sogno. Se scriviamo questo post è per riaffermare che ci troveremo sempre dalla stessa parte, e cioè davanti e non dietro a un’arma.

È una barbarie che si ripete. Stragi di ragazzi inermi, e sempre nel luogo dell’educazione, della conoscenza, dello studio. Con una sola raffica di proiettili si uccide l’intelligenza, l’innocenza, la bellezza, la forza, il futuro dell’umanità.

Si dirà che certi assurdi gesti dipendono da singoli individui squilibrati, ma le statistiche degli omicidi non indicano una corrispondenza con l’incremento di patologie psicologiche nella popolazione ma con la più banale presenza di armi disponibili.

BASTA ALIBI. UNA “LEGITTIMA DIFESA” DA FAR WEST

Non ci sono più scuse. Deve finire il Far West del potersi-doversi difendere da soli. Il Far West della conquista delle terre, della proprietà privata osannata, glorificata, istituzionalizzata quale unico e solo principio di autodeterminazione e libertà degli individui. Perché tutto è cominciato da lì, dal recinto da difendere in uno Stato senza legge.

Qualcuno dirà che dal commentare lo squilibrato che irrompe e fa strage nella scuola entriamo a gamba tesa nelle abitudini dello Stato, commentiamo troppo facilmente il senso delle sue abitudini militari, confondendo i due piani. Ma se guardiamo al comportamento dello Stato è per via del gioco identitario che instaura con la sua popolazione, che in molti ancora scambiano per patriottismo e che già Alexis de Tocqueville aveva posto sotto la lente del dubbio. Se si vuole che la popolazione comprenda la necessità di fare un salto evolutivo tale da mettersi contro le armi, tale da bandirle, ci si deve poter rivolgere alla sua anima, alla Nazione separata dallo Stato. È infatti lo Stato che eleva l’arma alla dignità di istituzione attraverso la pena di morte, ciò che più frena l’evoluzione spirituale di qualsiasi società umana.

Finché esisterà un’arma di Stato, che sia la pena di morte o una testata nucleare, le coscienze avranno sempre davanti agli occhi un paradigma dal quale è legittimata, a cascata, ogni arma e ogni violenza.

È a questa che guarda la Massoneria del Droit Humain. Soffriamo di fronte all’uomo che uccide l’uomo, perché se nel cielo stellato essi vivono in pace e serenità, appena sotto l’orizzonte non fanno che esasperare i conflitti. Ma la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza sono lì, vicinissimi, ovunque si abbia la forza sufficiente per sollevare lo sguardo.

Ora e sempre, la Federazione italiana del Droit Humain è contro le armi.