
Monumento a Maria Deraismes, paladina della difesa dei diritti della donna e fondatrice del nostro Ordine, Piazza delle Epinette, Parigi. Nella mano destra regge un mazzo di fiori rossi che simbolicamente le sono stati donati in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
25 novembre 2022. Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Solo una giornata simbolica, sentiamo dire, mai bastevole a cambiare la condizione in cui versano così tante donne. Certo il lavoro deve essere costante, tutti i giorni dell’anno. Ma noi Massoni comprendiamo il simbolico. Il simbolico è l’ultima determinazione della realtà, è l’immagine, la visione della realtà verso cui andiamo, il punto verso cui tendono i nostri sforzi. Il progresso dell’umanità è lento, spesso gli sforzi non vengono ripagati, ci pare di fare passi indietro. Conoscere la nostra meta, poterla vedere, si rivela allora fondamentale per compiere il cammino evolutivo. Scrive la nostra Annie Besant in una sua bellissima opera dal titolo Verso il Tempio:
Se fosse possibile portarci col pensiero nello spazio, in un punto dal quale potessimo vedere tutto il corso dell’evoluzione […] gettando lo sguardo su questa umanità evolvente, si potrebbe raffigurare il tutto in un grande quadro. Io vedo un’alta montagna sita nello spazio, con una strada che gira attorno e circonda a spirale tutta la montagna, sino alla vetta. […] A misura che saliamo la strada lungo il sentiero a spirale, vediamo che questo termina alla sommità della montagna e conduce ad un poderoso Tempio, un Tempio che sembra tutto di marmo bianco, luminoso, che si erge scintillante contro l’azzurro dell’etere. […] Lasciando spaziare lo sguardo abbiamo un quadro della evoluzione umana. Lungo questa strada che circonda la montagna vi è una grande massa di esseri umani che salgono sì, ma molto lentamente, un passo alla volta, sì da sembrare che per ogni passo avanti ne facciano uno indietro, e benché il movimento generale vada in salita, l’ascesa è così lenta che appena la si percepisce. E questa millenaria evoluzione dell’umanità che si arrampica sempre, pare così lenta, faticosa e dolorosa che c’è da meravigliarsi come i pellegrini abbiano il cuore di far durare tanto tempo la loro salita. Aggirandosi sempre attorno alla montagna, milioni di anni passano sulla pista, milioni di anni spesi dal pellegrino; e mentre egli calca il sentiero durante questi milioni di anni, si vede passare una infinita successione di vite, tutte spese per una breve salita […] Guardandole noi ci chiediamo: perché mai salgono così lentamente? Come mai questi milioni di uomini impiegano tanto tempo nel loro viaggio? Perché faticano tanto per giungere a questo Tempio che sta sulla cima? Guardandoli, sembra che essi si muovano così lentamente perché non vedono la loro meta e non si rendono conto della direzione verso cui stanno viaggiando. E mentre il nostro sguardo si posa sull’uno o sull’altro di coloro che stanno sul sentiero, vediamo che essi sempre si fermano lungo la strada, attirati qua e là e senza scopo nel loro andare; essi non camminano diritti, sempre intenti verso una meta, ma girovagano qua e là, come bambini ora dietro un fiore, ora dietro una farfalla. Di modo che il tempo si spreca, e ben poco progresso si è fatto quando cade la notte e la marcia della giornata è finita. Guardandoli, sembra che neppure il progresso dell’intelletto, benché‚ assai lento anche questo, renda il passo molto più rapido. In quanto a quelli il cui intelletto è poco sviluppato, sembra che dopo ogni giorno di vita essi si affondino nel sonno quasi sul posto occupato il giorno prima; ma anche quelli il cui intelletto è molto sviluppato si muovono molto lentamente e sembrano fare ben poco progresso per ogni giorno di vita. E così, guardandoli, il nostro cuore si stringe, e ci meravigliamo che essi non alzino gli occhi e non comprendano in quale direzione i loro passi li portino.
Conosciamo dunque il nostro destino, che è di liberazione dalla disuguaglianza, dall’ignoranza, dalla violenza. L’Ordine Massonico Misto Internazionale Le Droit Humain è sorto per promuovere l’azione della donna nell’umanità, e per introdurla, per la prima volta, tra coloro che attraverso la Massoneria si sono assegnati il compito di lavorare per il progresso della nostra specie. Introdurre la donna con tutto il suo mondo interiore, le sue virtù, la sua immaginazione, la sua forza interiore. Donna la quale, mentre per migliaia di anni la si costringeva a chiudersi in se stessa, ha fatto una tale esperienza della propria interiorità che da un secolo a questa parte, dischiusa, generosamente elargisce i suoi doni al resto del mondo, con tutto il suo carico di perturbante bellezza.
Ogni giorno dell’anno è per il Droit Humain la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne
Senza uno sguardo simbolico alla base del pensiero, dei desideri, non c’è immaginazione, non c’è progetto del mondo e non può esserci azione.
La Federazione italiana, quale presenza in Italia di questo nuovo ordine di cose, estende a ogni giorno dell’anno il significato di questa Giornata, proteggendo ed esaltando il ruolo delle donne nel progresso collettivo. Negli ormai 130 anni di vita del nostro Ordine, molto è stato fatto. Citando solo i tempi più recenti, e il solo operato della Federazione italiana, abbiamo combattuto e creato opinione sui temi della violenza di genere con un focus sull’odio verbale, abbiamo preso posizione quando la Turchia ha revocato la sua adesione alla Convenzione di Istambul, abbiamo partecipato alla diffusione del Sign for help, il gesto per chiedere aiuto senza farsi accorgere e segnalare in tempo reale di essere vittime di violenza; abbiamo organizzato una prima videoconferenza dal titolo Massoneria quale strumento di libertà per la donna, in collaborazione con Stefania Bartoccetti fondatrice di Telefono Donna di Milano, e che ha avuto notevoli risvolti sui territori; siamo stati accanto alle donne afgane nel pieno dei gravosi fatti di cronaca che hanno aggravato una condizione femminile già disumana e con l’occasione abbiamo onorato la memoria di donne musulmane appartenute al Droit Humain, come Hodā Sha’rāwī, che sono state capaci, nonostante l’ingiustizia e le difficoltà dovute al fanatismo religioso, di instaurare i valori massonici di libertà, uguaglianza e fratellanza in territori difficili. Ci siamo occupati della morte di Saman e di Adil Belakhdim in relazione all’integrazione e al valore degli italiani di ‘seconda generazione’. La giovane Saman per cui ora, forse, ci sarà giustizia. Abbiamo raccontato di come le Sorelle del Droit Humain ottennero il voto per le donne in Inghilterra e della relazione tra Massoneria e Femminismo, della lotta per l’introduzione dei diritti delle operaie in quello stesso paese (storia che sta alla base del film da poco uscito Enola Holmes 2), e ancora, la storia di Rukmini Devi, la donna Massone che fece danzare le caste indù. Abbiamo trattato dell’emancipazione della donna in relazione al controllo sulla maternità – un altro modo di dominare il corpo femminile. Abbiamo promosso la petizione per salvare Amal dalla condanna a morte in Sudan, un caso lampante che dimostra logiche e pratiche inumane ancora in uso nonostante i proclami di civilizzazione in certi paesi. Abbiamo abbracciato la rivoluzione, tale è, che si sta compiendo ora in Iran per la liberazione delle donne; rivoluzione di cui dobbiamo sottolineare il contributo di molti uomini, segno che davvero qualcosa sta cambiando nella coscienza di quel popolo. Sulla stessa questione abbiamo pubblicato un breve ma dettagliato documento che ricostruisce la storia della condizione femminile in Iran.
Delle donne e dei loro diritti abbiamo parlato in vari documenti e contributi inerenti la pedagogia, la laicità, l’informazione, per citarne alcuni, e dobbiamo ricordare, per una ricognizione generale, il ruolo che in tutto il mondo hanno avuto le numerose donne illustri appartenute al Droit Humain per il miglioramento dei diritti civili delle donne e non solo, tra cui le sedici fondatrici del nostro Ordine, prima tra queste Marie Deraismes, sulle cui opere in lingua italiana la Federazione italiana darà a breve un importante aggiornamento ai nostri lettori.
Il lento ma inesorabile destino dell’Umanità. L’emancipazione femminile è già scritta. La sua realizzazione definitiva è solo questione di tempo
Il Tempio in cima alla vetta di cui scrive Annie Besant è un Tempio di consapevolezza. Raggiungerlo significa ottenere l’uguaglianza reale tra tutti gli individui senza distinzione di genere, di etnia, di ceto, di lingua, di usi e costumi, di provenienza, credo religioso o visione del mondo. Un’uguaglianza di pace e di comprensione, non solo della quale l’eliminazione della violenza contro le donne fa parte quale effetto tra gli innumerevoli, ma di cui è una delle tappe obbligate.
Il nostro augurio è che l’Umanità tutta possa sollevare lo sguardo e scorgere la meta verso cui stiamo andando, e che non si perda d’animo mai, perché siamo assolutamente certi che la raggiungeremo. È solo questione di tempo.
Scrive ancora Annie Besant:
[…Quel] Tempio sembra poter essere raggiunto non solo dal sentiero che si snoda a spirale tutt’intorno alla montagna; infatti, fissando su di esso il nostro sguardo, vediamo che da molti punti si potrebbe salire inerpicandosi, per stradicciuole più brevi che non girano tutt’intorno alla montagna, ma vanno diritte su per il suo fianco; viottoli che possono essere saliti se il cuore del viaggiatore è saldo e se le sue membra sono solide. E se cerchiamo di comprendere in qual modo alcuni trovano una strada molto più corta di quella dei loro compagni, noi vediamo ch’essi hanno lasciata la lunga strada a spirale per prendere un sentiero diretto; da tanti vari punti della strada maestra, e qualche Anima dopo aver viaggiato sempre in giro forse per millenni, muove il primo passo su quel sentiero diretto quando si accorge per la prima volta che esiste uno scopo in quel viaggio ed è colpita per un attimo da un raggio di luce proveniente dal Tempio sulla vetta. Poiché quel bianco Tempio proietta raggi di luce sui fianchi della montagna, ed ogni tanto uno dei viaggiatori, alzando gli occhi dai fiori, dalle pietruzze e dalle farfalle che trova sul suo cammino, sembra avere lo sguardo colpito da quel raggio di luce; ed allora egli guarda verso l’alto e per un momento vede il Tempio; e dopo questa prima momentanea occhiata egli non sarà mai più quello di prima. Perché, sia pure per un solo rapido istante, egli ha intravisto una meta ed un fine; per un istante egli ha veduto la vetta verso cui sta salendo ed il viottolo laterale, scosceso ma tanto più breve, che conduce direttamente su per i fianchi della montagna, oltre i quali il Tempio risplende.