Diana Vaughan, Prosper Manin, Adolphe Ricoux e Doctor Bataille sono la stessa persona. Il nome sotto il quale è più conosciuta è Leo Taxil, a sua volta pseudonimo di Marie Joseph Gabriel Antoine Jogand-Pagès, che a volte – stanco della sequela dei nomi di battesimo – si firmava semplicemente Gabriel Jogand-Pagès; alla fine, in questa mortale zuffa fra personalità multiple che lottano per il predominio sull’unico corpo mortale di Marie Joseph Gabriel, quello che prevale è l’avatar di Leo Taxil. Parliamo cioè del più noto e, purtroppo per lui, screditato autore di una tradizione da prendere assai più sul serio di quanto di solito non si faccia: l’antimassoneria o antimassonismo, un fenomeno che esiste da che esiste la Massoneria. Ha i suoi personaggi, la sua letteratura sebbene non scientifica, e tanta così di “fare scuola”, talvolta riuscendoci, facendo leva sulla pancia e l’opportunismo mediatico di una parte della società, ma fallendo puntualmente sul lungo periodo.
Antimassoneria voluta e antimassoneria “di ritorno”
Sono di notevole interesse anche le fonti più recenti su questo capitolo della storia culturale tanto oscuro, poiché tutto volto alla negazione di un corpus di valori e alla sua pubblica denuncia fino a suggerirne al potere pubblico la persecuzione. Per citarne alcune: la mostra del 2018 a Rimini Attacco alla democrazia, attacco alla Massoneria. Il piano dell’Asse con catalogo pubblicato dalla casa editrice Mimesis; il testo di Luigi Pruneti La sinagoga di Satana. Storia dell’antimassoneria 1725-2002 edito da Laterza (2002); il volume nettamente antimassonico di Domenico Margiotta Adriano Lemmi. Capo Supremo dei Liberi Muratori edito da Lulu nel 2015. E poi altri testi, un’infinità, alcuni dei quali, loro malgrado, pur non volendo attaccare volutamente la Massoneria forniscono le basi per una strumentalizzazione delle informazioni e dei ragionamenti possibili da cui nasce una “antimassoneria di ritorno”, come il volume di Gioele Magaldi Massoni: la scoperta delle Ur-Lodges, Chiare Lettere, 2014.
Non è casuale che della storia dell’antimassoneria si siano interessati, negli ultimi decenni, soprattutto gli ambienti massonici. Questo insieme di polemiche caratterizzate da particolare virulenza nel XIX secolo e proseguito fino ai nostri giorni è nato in ambienti paraecclesiastici, e rimanda inevitabilmente alla matrice taxiliana, proprio perché Taxil è stato il prototipo di autore-mutante che riversa tutto il suo livore contro una comunità dalla quale si sente rifiutato. Secondo la testimonianza di Christian Doumergue, (Franc-Maçonnerie & histoire de France, Parigi, Ed. de l’Opportun, 2016) Jogand-Pagès (cioè Taxil) fu iniziato nel Grande Oriente di Francia il 28 febbraio 1881 per esserne scacciato il 17 settembre, pare a causa del suo estremismo rabbioso e alla facilità con cui cedeva agli scatti d’ira. Bisogna sottolinearlo: frequentò il Tempio massonico per meno di sette mesi, ma pretese di aver capito la natura profonda di un’Istituzione complessa come quella massonica – o finse di averla compresa.
Antimassoneria per ragioni politiche
Merita di essere ricordata la costante e violenta propaganda antimassonica di Benito Mussolini, espressosi tanto da sinistra – quando era giornalista di punta e fra i leader del Partito Socialista – quanto da destra, come duce del fascismo. Nella prima versione, durante la preparazione del congresso socialista di Ancona nell’aprile 1914, Mussolini fece pronunciare una notevole quantità di sezioni per l’incompatibilità dell’appartenenza al Partito e alla Massoneria, inducendo i socialisti ad una completa rottura di rapporti con i Massoni (Christian Palmieri, Mussolini e la Massoneria, Mimesis 2017, ma si veda anche, di imminente pubblicazione per le Edizioni dello Straniero La Massoneria davanti alla guerra e al fascismo, di Maria Rygier, una Sorella del Droit Humain che durante gli anni dell’esilio in Francia scrisse quest’opera che mostra tutta la sistematica e inumana antimassoneria di regime, che si instaurò con la complicità persino di alcuni Alti gradi). Da capo del Governo Mussolini fece dichiarare al Gran Consiglio analoga incompatibilità di appartenenza al Partito nazionale fascista e ai Liberi Muratori, scatenando un’ondata di violenze fisiche e psicologiche contro i Templi e le persone, in merito alle quali il gerarca Farinacci scrisse sul giornale «Cremona Nuova» di ritenere necessario «fucilarli in massa, come traditori della patria» (per citare solo una delle migliaia di dichiarazioni da parte di gerarchi fascisti in quei terribili anni). Al ben orchestrato tumulto contro le Logge seguì la legge “contro le società segrete” approvata alla Camera il 19 maggio 1925; avversata solo da alcuni, la discussione sulla legge fu l’occasione di un memorabile intervento del deputato Antonio Gramsci, che stigmatizzò l’iniziativa mussoliniana e, con ironia troppo raffinata per poter essere percepita nella bolgia scatenata dai parlamentari fascisti durante il suo intervento, si dichiarò perplesso nel vedere un’espressione della borghesia italiana (il fascismo) aggredirne un’altra (la Massoneria), perché a suo avviso «la massoneria è stata l’unico partito reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto per lungo tempo».
Dopo la caduta del fascismo, che aveva trascinato con sé l’Italia nel peggiore baratro morale ed esistenziale, il paese per riprendersi dovette ripristinare i valori antecedenti al ventennio fascista. Tutto tornò come prima, tranne il rispetto che la popolazione aveva per i Massoni e la Massoneria, che ebbe un ruolo fondamentale nella nascita della Patria stessa. Da allora, le ragioni politiche o per meglio dire di propaganda politica hanno sempre fatto leva sul pregiudizio contro i Massoni ormai instillato nella popolazione italiana. Quella propaganda si riverbera e degenera ancora oggi, basti pensare alla clausola sulla Massoneria inserita nell’accordo tra Movimento 5 stelle e Lega, nel 2018, in vista del Governo che andavano formando. Escludeva i Massoni dalla vita politica e civile del paese, qualcosa di profondamente discriminatorio e anticostituzionale, specificatamente per quanto è contenuto negli artt. 2,3,18 e 21.
Un modo di fare leva sulla pancia del paese che si estende alla maggioranza dei partiti politici ancora oggi, che pongono nei loro statuti l’incompatibilità con la Massoneria.
Cosa dunque può tenere insieme i più noti autori dell’antimassoneria, Taxil e Mussolini, e a discendere tutti i più recenti? Intanto il fatto di affiancare, ma non appartenere, ai movimenti di cui si ritenevano interpreti. Il concetto di appartenenza implica per sua stessa natura un voto, implicito o esplicito, di fedeltà. Mussolini non apparteneva al fascismo ma piuttosto, al contrario, il fascismo apparteneva a lui. E come è facile osservare, Taxil fu infedele per spirito di vendetta all’appartenenza massonica, così come era stato infedele al magistero ecclesiastico fino al 1885, scrivendo non meno violenti pamphlet anticattolici quali Les Pornographes sacrés: la confession et les confesseurs, o Les Maîtresses du Pape; il suo desiderio di sollevare clamore purchessia lo spinse ad accusare il clero di edonismo, sadismo e pratiche contro natura.
L’antimassonismo taxiliano, oggi ripreso da molti, verte sulla denuncia di pratiche di pervertimento della fede e, perseguendo questo scopo, non esita davanti alla fabbricazione di documenti falsi attribuiti a Massoni veri (tra poco vedremo nel dettaglio l’accusa niente meno che di satanismo). Il più bersagliato è stato l’americano Albert Pike, Gran Commendatore della Giurisdizione Sud Degli Stati Uniti alla metà dell’Ottocento. Il testo manipolato s’intitola Istruzioni del Supremo Consiglio di Charleston ai 23 Supremi Consigli Confederati; Taxil mette in bocca al dignitario massonico queste parole gravissime: «la religione massonica deve essere, per tutti noi, iniziati degli alti gradi, mantenuta nella purezza della dottrina luciferina» (corsivo nostro, ndr).
Quando a forza di mentire e screditare, finisci col non comprendere quei valori destinati a restare vivi per sempre, come l’emancipazione delle donne
Taxil suggerisce anche che il pervertimento dei Massoni si spinge fino a sostenere e promuovere attivamente… l’emancipazione delle donne! Basti osservare il ridicolo di un pensiero come questo, che vede la libertà delle donne come perversione per mettere in dubbio la fondatezza delle altre sue tesi. Il grande fustigatore dei Liberi Muratori aveva certamente nozione dell’esistenza di organizzazioni come il Droit Humain, Ordine fondato nel 1893 da Marie Deraimes e Georges Martin con l’esplicito intento di portare nella Massoneria la mixité, ossia l’unità nella diversità, a cominciare dalla crescita iniziatica nella piena armonia e cooperazione fra i generi e, in generale, l’inclusione di diversità di etnie, fedi religiose, ceti sociali, nazionalità e visioni filosofiche, inclusi gli atei e gli agnostici. Una declinazione del tutto particolare della “questione femminile”, quella del Droit Humain: un femminismo non fondato sull’eccezione e sul separatismo – cosa che non ottiene altro che di riproporre la segregazione in chiave pseudo-moderna, o in termini ancor più radicali a ruoli invertiti, come una sorta di vendetta storica del Deuxième Sexe – ma sulla sinergia virtuosa tra i sessi: alla luce dei recenti sviluppi, l’iniziale prospettiva di Deraismes e Martin può estendersi ad una nuova alleanza fra etnie e orientamenti sessuali coabitanti. Dall’angolatura di Taxil tutto questo costituiva un’ulteriore prova del piano diabolico – ancorché non proprio satanico – enunciato dal Pike nel protocollo segreto diretto agli alti Gradi della Massoneria americana, peraltro fabbricato da Taxil stesso.
Negli ultimi anni l’antimassoneria ha assunto caratteri diversi e meno ingenui: viene spesso messa in discussione la serietà di documenti palesemente falsi o manipolati, cercando di presentarsi con maggiore acribia e scrupolo filologico. Rimane il fatto che l’antimassoneria è da sempre una vera manna per talune organizzazioni massoniche, dato che mai come a seguito di queste campagne denigratorie si vedono tante persone bussare alla porta dei Tempio.
L’antimassoneria “istituzionale”
Tra le forme a noi contemporanee di antimassoneria vi è quella “istituzionale”, certamente erede del retaggio fascista di stampo propagandistico. Su questo particolare tipo di antimassoneria faremo tre esempi: la “Legge Fava”, che imponeva ai parlamentari dell’Assemblea Regionale Siciliana di dichiarare la propria appartenenza alla Massoneria. Una gravissima violazione della libertà di associazione sancita dall’art. 18 della Costituzione italiana, e che denunciammo con questo comunicato stampa. Una legge che è stata dichiarata discriminatoria tanto che fu coinvolto il Tribunale Internazionale per i Diritti dell’Uomo. Tribunale che aveva già dichiarato illegittima e aveva revocato una legge precedente del tutto simile, del 2007, approvata dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Vi è poi l’uso improprio della terminologia da parte delle istituzioni, non ultima la magistratura, garante di Giustizia, per cui alcuni suoi rappresentanti, persino di alto profilo e di fondamentale importanza per la tenuta della Nazione, incredibilmente utilizzano un linguaggio approssimativo, e invece di specificare quali determinate organizzazioni sono “deviate” (Massonerie sedicenti tali o regolari che siano), indicando i nomi delle Obbedienze coinvolte, estendono all’intera Massoneria le accuse di criminalità ricavate dalle indagini, come facemmo notare con questo comunicato stampa.
L’antimassoneria per omissione di notizie o notizie false o incomplete
È il caso delle testate giornalistiche che nell’esporre fatti di cronaca o panoramiche sulla Massoneria riportano notizie incomplete, o false, che generano una non corretta cognizione nei lettori della natura del fenomeno massonico. Un’antimassoneria involontaria, il più delle volte, ma che presta il fianco a chi poi strumentalizza le informazioni per ragionamenti in cui “tutto torna”. A questo proposito si veda la lettera aperta al settimanale «L’Espresso» che abbiamo pubblicato di recente.
Antimassoneria per incompatibilità con la fede religiosa
Eccoci a uno degli snodi centrali del dibattito sulla Massoneria. Un’accusa che giunge da parte di persone facenti parte o vicine alle Comunità religiose, cristiane o di altra fede, cominciata con varie scomuniche papali e portata avanti da una pubblicistica specializzata. Persone che possiedono il carisma della religione sulla base della quale parlano, tradendo però, a ben guardare, l’unica argomentazione che con la nostra onestà intellettuale riconosciamo interessante per un possibile ragionamento e confutazione: l’accusa o il merito – a seconda che la si guardi dal loro punto di vista o dal nostro – di relativismo. Cos’è il relativismo? È considerato relativista colui o colei che non pensa la Verità come qualcosa di interamente conosciuto e rivelato all’Umanità. È chiaro che se una religione considera tutta la verità rivelata, un suo seguace non ha bisogno di altro, non ha bisogno di essere Massone o seguire ritualità e valori che non siano quelli ricavati dal Credo. Viceversa, se si ha della Verità una visione progressiva, il pensiero tenterà di conoscerla per gradi.
Ma relativista è il metodo della conoscenza stessa, per sua natura, a differenza del sapere, il quale si annuncia quale corpus di nozioni non confutabili e date per definitive. La domanda che ci poniamo è radicale e da essa ne scaturiscono altre a cascata: l’intera nostra esistenza procede nella conoscenza o nel sapere? Mentre il sapere va giustamente aumentando sulla base della conoscenza acquisita, basta a sé stesso o ha bisogno di continue esplorazioni, osservazioni, esperimenti, vale a dire illuminare l’ignoranza di ciò che non sappiamo ancora? Come vivono, effettivamente, l’Umanità nel suo insieme e le singole persone? Approcciamo forse alle relazioni, agli innamoramenti, ai sentimenti, alla genitorialità, al lavoro e alle professioni, allo studio, con il bagaglio delle sole istruzioni pregresse o ci mettiamo alla prova, imparando continuamente, sbagliando, talvolta soffrendo ma costruendo il futuro? E il futuro è già scritto in quel pacchetto di informazioni già in nostro possesso o è tutto da pensare e costruire?
Vale la pena sottolineare che relativista è l’arte in tutte le sue forme, figurative, plastiche, eccetera, proprio in quanto esperienze di conoscenza, altrimenti saremmo fermi alle icone bizantine o alle pitture rupestri. Necessariamente è relativista anche la nostra forma d’arte, che è quella simbolica.
È relativista la scienza, per la stessa ragione. Non a caso noi Massoni concepiamo la saggezza come “scienza della vita”.
Chi parla di relativismo come sinonimo di aggressività intenzionale contro la Chiesa commette un errore clamoroso. Per due ragioni, la prima è che il relativismo non è certo una filosofia recente ma nasce alle origini della civiltà classica e della filosofia, da Protagora in avanti si potrebbero fare numerosi esempi; non può quindi essere un atteggiamento anti-Chiesa, essendo molto più antico della religione cristiana. La seconda ragione è che si ignora totalmente che Gesù di Nazareth viene spesso menzionato nel Tempio massonico quale Maestro dell’Umanità. Semplicemente noi Massoni non abbiamo bisogno di pensarlo necessariamente come Figlio di Dio, se non nella misura in cui il singolo Massone può farlo in cuor suo; se non nella misura in cui il singolo Massone può considerare che siamo tutti Figli di Dio, in cuor suo; se non nella misura in cui un singolo Massone può considerarlo in cuor suo Figlio dell’Uomo.
Chi ignora ciò, ignora anche che un Massone non solo è rispettoso delle fedi religiose, ma onora ogni altare, si inginocchia di fronte a tutti gli altari di qualsiasi Tradizione, perché lo spirito a cui si dedica il Massone è lo spirito dell’Uomo, che si manifesta in forme diverse con la stessa intensità e intimità ovunque sulla Terra e le concepisce tutte come manifestazioni del sacro (un sacro divino e un sacro laico, secondo coscienza) tutte ugualmente degne di attenzione, meditazione e rispetto; sorgenti diverse di uno Spirito destinato a congiungersi nell’Unità, che è già ora la Famiglia umana.
Per taluni questa è la nostra “colpa”. Tanto basterebbe, dal punto di vista strettamente teologico per tentare di ragionare sulla Massoneria sulla base degli assiomi della Fede (ma appunto, è una colpa o un merito? La risposta la lasciamo all’esame di ognuno dentro sé stesso) eppure anche coloro che parlano ispirati dalla fede religiosa si spinge incautamente in ragionamenti e analisi speciose, non sdegnando anch’essi il gossip o il sensazionalismo.
L’accusa di satanismo
Non la tratteremmo neppure se non ci permettesse di fare una considerazione: il satanista, nell’accezione moderna e occidentale, filosoficamente parlando è sostanzialmente cristiano. Considera il Bene e il Male esattamente come già dati in partenza, così come li descrive la religione cristiana, ma deliberatamente abbraccia il male. Possiede, nella sua struttura di pensiero, lo stesso paradigma di riferimento, sebbene ne faccia una perversione. Ora, l’ordinamento del bene e del male è la morale. Se la ricerca della Verità è progressiva, come abbiamo detto lo è per il Massone, è necessariamente progressiva anche la conoscenza e la definizione che facciamo della morale. Per poterla conoscere via via, vuol dire che la morale è qualcosa che sussiste di per sé. Per il Massone, vale a dire, la morale è una legge naturale e immutabile che regge tutti gli esseri. Se si svela nel tempo, significa che al momento è conosciuta solo in parte dal genere umano, chiamato a conoscerla sempre più e la totale scoperta della morale coincide con l’intero cammino dell’Umanità. Dunque, dovremmo dire, di conseguenza la ricerca della morale così intesa esclude per sua natura che si possa abbracciare volutamente sia il bene sia il male come cose date in partenza. Ma poiché il bene altro non è che la Verità, un Massone, perseguendo quest’ultima, può per sua struttura perseguire solo il bene. Non può essere satanista per definizione: avendo una visione progressiva della Verità, e di nessun’altra cosa, non può deliberatamente perseguire il Male, semplicemente perché esclude di conoscerlo da subito, non lo ha conosciuto ancora. Un Massone può perseguire il Male volutamente solo discostandosi dalla ricerca spirituale preferendo ad essa beni e interessi materiali, discostandosi dalla Ritualità e dal fine precipuo per cui fu codificata.
Conclusioni. Per sfatare astruse teorie antimassoniche servono fatti e non parole
Noi, come Droit Humain, Massoneria di uomini e donne, combattiamo l’antimassoneria, che sostanzialmente è disinformazione, prima di tutto attuando concretamente le nostre caratteristiche. Prendiamo ad esempio l’internazionalismo tipico ed esclusivo del nostro Ordine. A chi dice che la Massoneria concentra nei territori la propria azione, rispondiamo che noi invece la apriamo in 67 paesi nel mondo.
A chi dice che la Massoneria è l’ennesima espressione del potere dell’uomo sulla donna, giacché la esclude sistematicamente, abbiamo già ampiamente risposto; aggiungiamo che invece è una forma di sopraffazione delle donne anche quella sorta di protettorato che taluni promuovono sulla base di valori che chiamano massonici ma escludono le donne dalla Ritualità. Amare vuol dire coinvolgere, includere, dare la possibilità di esprimersi direttamente lì dove conta – nel Tempio, nel nostro caso di Massoni, e in ogni ambito umano.
A chi dice che sì, puoi entrare in Massoneria, ma saranno sempre i Massoni a decidere fin dove puoi arrivare nel tuo Cammino iniziatico, ché solo ad alcuni è dato proseguire nei gradi, rispondiamo che il Droit Humain ha creato il concetto e la pratica della Continuità iniziatica. Vale a dire che tutti possono accedere ai gradi superiori se lo desiderano, con impegno e lavoro.
A chi dice che la Massoneria è altamente retributiva, e ne è prova l’azzuffarsi per ottenere alte Cariche e gli appannaggi ad esse collegate, rispondiamo che nel Droit Humain nessuno percepisce compensi: proprio nessuno, dall’Apprendista al Gran Maestro.
A chi dice che la Massoneria non è altro che un polo di ingenti capitali investiti in patrimoni immobiliari, altra ragione per lotte fratricide, rispondiamo che Le Droit Humain non porta avanti alcuna politica di investimento immobiliare.
A chi dice che la Massoneria è collusa con le organizzazioni criminali, invitiamo a fare di doverosi distinguo. Il nostro Ordine non è mai stato coinvolto in alcun fatto criminoso.
E così per qualsiasi altro dubbio, invitiamo a leggere il post 26 ragioni storicamente verificate per aderire alla Massoneria del Droit Humain o a guardare il video in cui quelle ragioni sono state trasposte. Dal fondo della massa, saranno gli uomini e le donne di buona volontà che traghetteranno l’Umanità fuori dal periodo di oscurantismo che stiamo vivendo.