Ascolta la MassoneriaAscolta la Massoneria! D
alla viva voce degli iscritti all’Ordine massonico misto più antico e più diffuso ecco cosa vuol dire essere Massoni. Abbiamo scelto la forma del podcast perché riteniamo che la voce di una persona sia come un’impronta digitale, unica e inimitabile, con le sua pause, incertezze, accenti, emissioni di fiato, espressione diretta del cuore e dell’intenzione. 

La Massoneria è un’esperienza personale, e solo con la somma delle espressioni di ciascuno, proprio nel rispetto e nella valorizzazione delle differenze, va a comporre la propria profondità e il proprio senso lungo la storia e il progresso dell’essere umano. Buon ascolto.

Ascolta la prima delle testimonianze del Cammino iniziatico: è la vicenda personale del Risp.’.mo Presidente del Consiglio Nazionale, Ill.’. Sr.’. Daniela Carini, che in quest’occasione di intimo racconto è, al pari di ogni altro iscritto, semplicemente Daniela. Come sovente è capitato a chi ricopre le più alte Cariche in seno alla Federazione, Daniela proviene da un altro Ordine massonico e la sua esperienza è stata valorizzata fin dal primo momento potendola integrare con le caratteristiche peculiari del nostro Ordine.

La seconda testimonianza ce la dà Paolo, che racconta della propria bisessualità, dello stigma sociale che subisce ancora chi tenta di esprimere liberamente il proprio orientamento sessuale e di come la Massoneria lo abbia sostenuto nel proprio percorso di vita e di crescita. Il Sole e la Luna, dice, sono due simboli che nel Tempio massonico proiettano nella coscienza un equilibrio e una armonizzazione del gruppo nel pieno rispetto delle identità di ciascuno.

Ascolta l’esperienza di Alessandra, il suo percorso. Entrata in Massoneria perché interessata ai mezzi psicologici di crescita personale, con estrema semplicità esprime la complessa natura di questo Cammino. Sul rapporto tra Massoneria, spiritualità e crescita interiore, ad esempio, dice: “Non siamo Dei, non abbiamo nulla a che vedere con la divinità se non per il fatto che ne facciamo parte.” Diventare Massoni vuol dire allora conoscere le proprie debolezze ma anche i propri punti di forza.

Il quarto appuntamento è con Franco, che fin dal giorno della sua Iniziazione si è reso conto di quanto la Massoneria fosse un’esperienza radicalmente più profonda del previsto. Franco era quello che solitamente è definito un uomo di successo, soprattutto nell’ambito della carriera professionale. Non sembrava avere bisogno di nulla, poteva considerarsi “arrivato”, salvo poi comprendere come le regole e le leggi non scritte dei comportamenti nascondano rivalità verso i propri simili, mancanza di rispetto, caotiche percezioni o scarsa consapevolezza. Oggi Franco continua a esprimere i suoi talenti nel lavoro e nella famiglia e ad essere apprezzato, ma il suo successo più grande è conoscere sé stesso e portare avanti i suoi progetti nella piena fedeltà alla sua persona.

La quinta testimonianza è di Michele, che in quanto Gran Commendatore e Rappresentante del Supremo Consiglio di Parigi ricopre in seno alla Federazione italiana la più alta Carica iniziatica. Racconta come è cominciata, le convinzioni che aveva su di sé e sulla vita e quanto in realtà fossero tutte migliorabili. Grazie a un amico discreto si è potuto avvicinare alla Massoneria e far emergere dalla propria personalità e superare le contraddizioni di uno stile di vita ricco di esperienze ma inconsapevole. Da allora ha percorso tutti i Gradi Scozzesi vedendo in ciascuno un aumento di responsabilità a discapito dell’ego. Ci racconta cosa vuol dire arrivare a «mangiare pane e Massoneria» tra Ritualità, famiglia, vita lavorativa. Infine ci dona la visione dell’alto compito del nostro Ordine internazionale di portarsi nei paesi più difficili del pianeta, dove il bisogno di Fratellanza Universale è assai grande.

Sesto podcast della rubrica. Oggi ascoltiamo Kwame, cittadino italiano che viene dal Camerun. Vive nel nostro Paese da diversi anni e lavora come medico. È un esempio perfetto dell’internazionalismo del nostro Ordine massonico, che trovandosi in 64 paesi in tutti i continenti lui definisce “le Nazioni unite della Massoneria”. Si è sempre considerato un “ateo praticante”, una persona razionale, ma cercava qualcosa che lo completasse; qualcosa da affiancare alla razionalità e placasse la sua irrequietezza. La Massoneria, dice, è del tutto simile alla medicina. Così come un medico non guarda all’etnia, al sesso, alla religione né al ceto sociale del paziente che si trova davanti ma si preoccupa di curare tutti indistintamente, così fa la Massoneria, che mette l’essere umano al centro del suo studio e della sua ritualità senza distinzioni. Kwame nel frattempo è diventato Maestro Venerabile della sua Loggia.

“Ascolta la Massoneria” continua con i suoi podcast. Cogliamo l’occasione per ringraziare gli uomini e le donne che trovano questo spazio interessante e che ci scrivono per chiedere dettagli e informazioni aggiuntive.

La settima testimonianza è di Giulia, entrata in Massoneria perché interessata ai sistemi educativi e impegnata, nella sua professione, a portare aiuto al Prossimo. Col suo contributo vediamo come il metodo massonico sia del tutto confacente al raggiungimento di tale scopo, nonché apprendiamo nuove sfumature del ruolo della donna in Massoneria. Parlando della sua esperienza, Giulia risponde anche a una domanda sulla presenza o meno di dogmatismo nella nostra Istituzione, ovvero se anch’essa, dopo tutto, non provi ad inculcare principi e opinioni in chi la praticaPer professione

Ascolta l’ottava esperienza dalla viva voce di Patrizia. Si occupa di arredamento e propone un chiaro parallelismo con il lavoro del Massone. La nostra interiorità è come una casa, dice. La Massoneria ci fornisce gli strumenti per ristrutturarla, ma dobbiamo farlo con attenzione. Dobbiamo entrare in noi e conoscerne ogni angolo per sapere cosa togliere o smussare: non puoi abbattere tutte le pareti, o tutte le colonne. Alcune ci servono per stare su. Devi conoscere bene i pilastri della tua vita e costruire su quelli, e via via togliere ciò che fa ombra. Patrizia ci spiega come ciò si possibile attraverso un autentico sentimento di Fratellanza. «La mia casa è il Droit Humain, e lo sarà sempre.»