Femminismo e Massoneria

19 agosto 1909. Charlotte Despard e Anne Cobden Sanderson ritratte di fronte alla residenza del Primo ministro britannico, al n.10 di Dawning Street, dove si recarono per rivendicare il diritto di voto per le donne inglesi, e dove furono arrestate. ©National Portrait Gallery

Pochi minuti dopo aver scattato queste foto, Charlotte Despard e Anne Cobden Sanderson furono arrestate per aver osato bussare, letteralmente, alla porta del Primo Ministro britannico di allora, Herbert Asquith, per chiedere fossero riconosciuti alle donne i diritti politici.

Era pronto un fotografo perché l’azione era stata annunciata dalle due attiviste, che si presentarono al famigerato civico n.10 di Downing Street, a Londra, la mattina del 19 agosto 1909 quali rappresentanti dell’Ordine Massonico Misto Internazionale LE DROIT HUMAIN nonché della Lega per la libertà della Donna, organizzazione a cui avevano contribuito a dare vita.

Femminismo e Massoneria - Annie Besant

Annie Besant ritratta con indosso i paramenti massonici.

La popolazione inglese avrebbe dovuto attendere altri nove anni prima che la legge permettesse alle donne di votare. Sorto in Inghilterra per opera di Annie Besant, Il Droit Humain proclamava l’uguaglianza di genere già dal 1902, quando con la prima Loggia, la n.6 «Human Duty» sorse in Inghilterra. L’Ordine massonico misto, il primo nella storia a dare modo alle donne di lavorare in Massoneria con pari dignità dell’uomo, diede vita a iniziative importanti per le strade ma anche attraverso la produzione di opere dell’intelletto, quali pubblicazioni di libri, riviste, dibattiti. Mise in collegamento tra loro vari piccoli comitati per la tutela dei diritti delle donne nati spontaneamente rendendoli organizzazioni capaci di acquisire forza nell’opinione pubblica e furono discusse la libertà sessuale, la libertà di espressione e la parità del trattamento sul posto di lavoro.

Il legame tra femminismo e Massoneria

Queste donne introdussero nel dibattito pubblico la necessità della complementarità di genere, concetto più ampio della «parità», che davano per implicito, e che sarebbe stato, nella pratica, una diretta conseguenza. Complementarità che si fondava proprio sull’esperienza massonica: il fatto che il mascolino e il femminino fossero entrambi presenti coi loro simboli nel Tempio massonico era per loro un invito a pensarli entrambi presenti nell’individuo, uomo o donna che fosse, in forme e dinamiche diverse e che solo l’interagire equo dell’uno con l’altra avrebbe armonizzato nel profondo e in modo stabile.

L’esperienza massonica fu centrale per le donne che diedero vita alla cosiddetta «prima ondata femminista». La nascita e lo sviluppo del femminismo francese e continentale si connaturò proprio sull’assunto che uomo e donna sono «del tutto equivalenti, fatti della medesima argilla» secondo la formulazione di Maria Deraismes, fondatrice dell’Ordine Le Droit Humain. Per sapere di più sul legame tra femminismo e Massoneria sarà utile cominciare da questo video.

La vita e le opere di Anne Cobden Sanderson. Donna, Massone, militante. 

Anne Cobden nacque il 26 marzo 1853 a Westbourne Terrace, Londra. Trascorse i primi anni a Dunford House, Midhurst ma terminò gli studi in Germania dopo la morte di suo padre. Sostenitrice dei diritti delle donne, partecipò alla Conferenza sul suffragio femminile tenutasi a Londra nell’aprile 1871. Subito dopo si unì alla London Society for Women’s Suffrage.

Durante questo periodo strinse amicizia con altre attiviste quali Helen Taylor, Millicent Garrett, Elizabeth Garrett, Barbara Bodichon, Jessie Boucherett, Emily Davies, Francis Mary Buss, Dorothea Beale, Anne Clough, Elizabeth Wolstenholme-Elmy, Louisa Smith, Alice Westlake, Katherine Hare e Harriet Cook, diverse delle quali erano appartenenti alla Federazione britannica del Droit Humain.

Dal 1877 si impegnò con le sue Sorelle in opere sociali nell’East End, per garantire istruzione e igiene alle classi operaie.

Il 5 agosto 1882 sposò l’avvocato Thomas James Sanderson. Entrambi avevano opinioni sociali progressiste. Divenne buona amica di William Morris e fu influenzata dalle idee economiche di Henry George. Abbracciò quindi l’ideale socialista e nel 1890 si unì alla Morris’ Hammersmith Socialist Society. Anne e Thomas fondarono la Doves Press e questa divenne una parte importante del movimento Arts and Crafts, dando linfa ed energia a una stampa libera.

Nel 1902 organizzò una serie di conferenze sui temi del lavoro e delle riforme sociali. Sostenne Margaret e Rachel MacMillan e la loro pionieristica Bow Children’s Clinic. Una clinica che forniva assistenza odontoiatrica, ausilio chirurgico e lezioni di respirazione e postura. Anne e le sorelle MacMillan hanno anche fatto una campagna per i pasti scolastici e l’ispezione medica obbligatoria.

Per diversi anni Anne Cobden Sanderson è stata membro della National Union of Women’s Suffrage Societies e prese parte all’Unione sociale e politica delle donne nel 1905. Nell’ottobre 1906, insieme a Mary Gawthorpe, Charlotte Despard ed Emmeline Pankhurst, fu arrestata in una grande manifestazione davanti alla Camera dei Comuni. Lo scrittore George Bernard Shaw, suo amico – e che negli anni addietro aveva portato avanti la Fabian Society insieme a Annie Besant – scrisse sul Times che «una delle donne più belle d’Inghilterra soffre della più grossolana umiliazione» riferendosi all’ingiusta detenzione nel carcere di Holloway. In tribunale Anne pronunciò queste parole:

«La mia colpa è di essermi comportata come una legislatrice e questo oggi vuol dire violare la legge».

Fu condannata a due mesi di reclusione. La stampa, mistificando il suo comportamento durante il processo, la descrisse come scalmanata e aggressiva, lasciando intendere avesse anche lei l’indole isterica tipica e “naturale” delle donne, al fine così di denigrare il loro impegno politico.  Indignata di questa rappresentazione strumentale, la scrittrice e attivista Millicent Fawcett scrisse al «Times» il 27 ottobre 1906 per lamentarsi: «Conosco la signora Cobden Sanderson da trant’anni. Non ero in tribunale mercoledì, ma trovo assolutamente impossibile credere che abbia morso, graffiato, o strattonato, o si sia comportata diversamente da quella raffinata signora che è». Dopo il rilascio di Sanderson, fu organizzato un banchetto al Savoy Hotel l’11 dicembre. Tra le partecipanti c’erano Beatrice Harraden, Minnie Baldock e Annie Kenney.

Secondo Elizabeth Crawford, autrice di The Suffragette Movement (1999): «Anne Cobden Sanderson si è rivelata una delle attiviste più instancabili, parlando a riunioni all’aperto e continuando a prendere parte alle proteste militanti».

Nell’ottobre 1909 Anne Cobden Sanderson contribuì a fondare la Tax Resistance League (TRL). Tra le fondatrici dell’organizzazione troviamo Louisa Garrett Anderson, Margaret Nevinson, Cicely Hamilton, Edith How-Martyn, Sime Seruya, Maud Arncliffe Sennett, Lena Ashwell, Dora Montefiore, Beatrice Harraden, Evelyn Sharp ed Eveline Haverfield. La TRL era patrocinata dalla Women’s Freedom League. Il motto adottato dalla TRL era “Niente voto, niente tasse”.

Nel luglio 1914 il suo gruppo sostenne che il governo di Asquith avrebbe dovuto fare tutto il possibile per evitare una guerra europea. Anne Cobden Sanderson era una pacifista ed era ancora una volta in opposizione non solo verso coloro che chiedevano l’intervento bellico, ma persino contro quelle organizzazioni per i diritti della donna che in vista della guerra si impegnavano a convincere i ragazzi ad arruolarsi. Riteneva che la libertà fosse una, non declinabile al maschile o femminile, ma di fronte alla quale le due sensibilità maschile e femminile avrebbero dovuto collaborare. Credeva che lottare per i diritti volesse dover combattere per una società pacifica e democratica, caratteristiche senza le quali nessuna vera uguaglianza avrebbe potuto instaurarsi.

Anne Cobden Sanderson morì al n.15 di Upper Mall, Hammersmith, il 2 novembre 1926.

Un altro scatto che ritrae le due attiviste nei minuti precedenti l’arresto. ©National Portrait Gallery

Queste donne Massoni e militanti hanno contribuito alla creazione di una società più libera, più giusta e fraterna anche con gesti che nel loro tempo storico erano fuori legge affinché non dovessero compierli le generazioni successive. Si doveva porre fine a disuguaglianze clamorose. Si noti, tuttavia – come Anne stessa disse in tribunale – che per essere arrestate fu sufficiente pensare con la propria testa. La loro, infatti, è stata un’azione del pensiero, e mai una presa di posizione violenta, perché per scardinare in profondità preconcetti o abitudini precostituite è necessario instaurare una nuova sensibilità, un comportamento inedito. Solo restando centrate in sé stesse avrebbero reso visibile, per contrasto, la violenza di un sistema sociale che di fronte a quel comportamento reagiva disponendo la reclusione.

Ogni tempo ha le sue disuguaglianze, ma se per superarle possiamo oggi lavorarvi con maggiori strumenti, cioè se possiamo fare leva su diritti fondamentali, lo dobbiamo anche a loro, tenendo a mente che il fulcro del loro insegnamento è che a legittimare ogni protesta, ogni lotta è il fatto che l’interesse particolare di chi la porta avanti si trasferisca e coincida col perseguimento di un bene collettivo effettivo. Per farlo occorrono idee dalla validità evidente, le quali fanno la loro apparizione solo dopo avere liberato il pensiero dalla pura rivendicazione personale, da quella violenza che caratterizza il primo e più istintivo movimento nella persona – che se pure ha lo slancio vitale di un’intuizione giusta, deve essere lavorato e trasformato in forza interiore e giustizia per tutti.